THE LAST DUEL
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Jean de Carrouges e Jacques Le Gris sono eterni rivali. Scudieri normanni con alterne fortune, affrontano la vita come il campo di battaglia. Jean de Carrouges crede nella spada e nell’onore, Jacques Le Gris nell’astuzia e nella fedeltà a chi fa i suoi interessi. Se il primo è abile sul campo, il secondo è scaltro a corte dove si guadagna la simpatia e la protezione di Pierre d’Alençon, conte e cugino del re Carlo VI. Ma più della competizione per i feudi può la bellezza di Marguerite de Thibouville. Sposa con dote di de Carrouges, Marguerite diventa l’ossessione di Le Gris, che approfitta dell’assenza del rivale per rivelarle tutta la meschinità dei suoi sentimenti. Jacques abusa di Marguerite, che lo confessa al marito, che invoca il duello giudiziario. Nella giostra medioevale, due cavalieri si confronteranno, rimettendosi al giudizio di dio. A quello degli uomini si rimette invece il destino di Marguerite: se il marito perisse nel duello armato, lei verrà bruciata viva e spergiura.
Quarantaquattro anni separano i rivali di I duellanti da quelli di The Last Duel. Ieri come oggi Ridley Scott non dissimula il carattere insensato del duello. Niente è più vano e sciocco. Come dargli torto guardando due ufficiali napoleonici provocarsi per quindici anni e scagliarsi ogni dannata volta l’uno contro l’altro, spada, sciabola o pistola alla mano. Non sono meno assurdi gli scudieri medievali di The Last Duel.
In un caso come nell’altro è proprio l’assurdità a muovere il film, l’offeso attacca per i litigi più banali, il colpevole ribatte le provocazioni del suo avversario. Tra i duellanti si instaura un meccanismo di odio che nessuno può arrestare. L’onore diventa per loro una pietra di Sisifo spinta lungo il crinale di drammi storici che Ridley Scott racconta senza digressioni o complessi, ignorando (o quasi) i campi di battaglia, trascurando la psicologia dei personaggi e seguendo la loro ossessione.
Tuttavia qualcosa è cambiato, nel mondo, nel cinema che lo racconta e nel film di Scott che lo ridefinisce ridefinendo il genere cappa e spada. Sprofondato nell’oscurantismo medievale, The Last Duel non ha l’eleganza cavalleresca che si adatta perfettamente al soggetto de I duellanti, non ha nemmeno la lucentezza delle lame d’acciaio che gli ufficiali di Napoleone usano e abusano.
L’ultimo film di Ridley Scott è opaco, un terreno limoso come i tempi in cui le leggi e la violenza degli uomini si abbattevano sulle donne e picchiavano forte. Più forte. Dimenticate l’eroe di nobile fattura che fu Russell Crowe nel Gladiatore, The Last Duel è un film di cavalieri senza ‘cavalieri’. È una storia di altri tempi ma in risonanza coi nostri. Scott fa cadere gli scudi e dietro c’è soltanto la vanità degli uomini che giocano a carte con Dio e con la vita di una donna.