Joker – Folie À Deux

SPETTACOLI dal 2 al 8 ottobre
CINEMA ESPERIA - Via Roma, 25, 06083 Bastia Umbra, Italia - Tel. 340 521 4937
mercoledì 2
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martedì 8
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Joker – Folie À Deux
Arthur Fleck è in carcere e deve affrontare il processo. L'incontro con Lee stravolgerà la sua prospettiva.
Joker – Folie À Deux
(id)
Regia: Todd Phillips
Cast: Joaquin Phoenix, Lady GaGa, Brendan Gleeson, Catherine Keener, Zazie Beetz
Genere: Azione, Drammatico
Durata: 138 min. - colore
Produzione: USA (2024)
Distribuzione: Warner bros
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Arthur Fleck è in carcere per aver commesso cinque omicidi (in realtà sei, ma di uno la polizia non è al corrente), fra cui quello più clamoroso in diretta tv nazionale, ed è in attesa del processo che deciderà della sua pena: la sua avvocatessa vuole chiedere per lui l’attenuante dell’infermità mentale che riconosca la personalità doppia Arthur/Joker, il viceprocuratore distrettuale Harvey Dent invece vuole la sua testa, invocando la pena di morte. I suoi carcerieri (e aguzzini) lo deridono e lo umiliano, ma uno di loro gli permette (a titolo di scherno) di entrare in un coro di internati di cui fa parte Lee, la giovane donna di cui Arthur si innamora all’istante, intravvedendo in lei la sua prima opportunità di essere realmente visto e accolto: ma Lee è innamorata di lui o del Joker?

Era difficile bissare il successo planetario del primo Joker e Todd Phillips sceglie la strada più intelligente.

Cioè costruirne un sequel con tutti i frammenti della cultura pop (anche a rischio banalità) che decretano il consenso in questa epoca scellerata e improntata alla performance di sé e allo scimmiottamento della realtà, e trasformando in instant tv movie (o in instant cult movie, come Joker appunto) qualunque accadimento. Complice anche la presenza, nei panni di Lee/Harley Queen, di Stefani Joanne Angelina Germanotta, anche lei dotata di alter ego musicale iconico come Lady Gaga, Phillips ha l’intuizione più azzeccata rispetto alla sua scelta di campo, ovvero quella di costruire un non-musical in cui Lee si esprime principalmente attraverso la retorica delle parole delle canzoni (spesso di Broadway) più celebrate, mentre Arthur finirà per chiederle (come molti di noi vorrebbero fare quando gli attori in un musical si esprimono solo cantando) di piantarla.

Joker: Folie a Deux individua l’aspetto sinistro dei musical che inneggiano all’entertainment a tutti i costi incitando a sorridere e ad essere felici, con quel tono forzato che impone l’happy ending e che fa pendant con la risata incongrua del Joker, il nomignolo Happy affibbiatogli crudelmente dalla madre e la componente amaramente ridicola della vita.

Anche tutto il pop della realtà viene “messo in scena”: Anonymous, la pandemia, George Floyd, l’assalto a Capitol Hill, Qualcuno volò sul nido del cuculo, la “coppia felice” alla Sonny e Cher. C’è tutto il carrozzone (The Band Wagon è il film con Fred Astaire che si vede in Joker: Folie a Deux) e tutta la musica che “usiamo per sentirci interi”, qui invece frammentata in assaggi di saggezza popolare come commento satirico di un’esistenza incomprensibile e della possibilità che esista il vero amore.