FULL METAL JACKET (RIED. 4K)
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Parris Island. Campo di addestramento dei marines che vengono sottoposti al trattamento del sergente Hartmann il quale non risparmia loro sevizie fisiche e verbali. Se Palla di lardo viene costantemente preso di mira per il suo aspetto fisico, Joker, che non rinuncia a dire ciò che pensa, viene in qualche misura apprezzato. Si troverà al fronte costretto a confrontarsi con un nemico abile nella guerriglia e con alleati che non apprezzano la presenza sua e dei suoi commilitoni. Stanley Kubrick al suo quarto film dedicato alla guerra, a distanza di più di dieci anni dalla sua conclusione, torna a riflettere sul Vietnam.
Dopo Fear and Desire, Orizzonti di gloria, e Il dottor Stranamore (considerando come tangenziale in materia Barry Lyndon) Stanley Kubrick torna ad affrontare il genere bellico nel particolare filone che si occupa della guerra nel Vietnam.
È stato preceduto di un anno sugli schermi da Platoon diretto da Oliver Stone che in quella guerra c’era stato davvero e non ha una grande stima di Apocalypse Now che ritiene un film privo di una vera e propria storia, situazione che, secondo lui, ha costretto Coppola a realizzare scene che fossero una più spettacolare dell’altra al fine di nascondere l’inconsistenza del plot.
Lui la storia ce l’ha. È il piccolo libro di Gustav Hasford “The Short Timers” che ha apprezzato per la sua capacità di sintesi anche sul versante della lunghezza delle frasi. Gli attori che porta sullo schermo non debbono essere star troppo note proprio per risultare credibili in un’opera che si presenta come divisa in due. La prima parte, che poteva correre il rischio della ripetizione di luoghi comuni deja vu nel cinema bellico con il rapporto sergente/reclute, viene giocata tutta sul versante dell’eccesso. Hartford ha il compito di spersonalizzare i giovani sottoposti umiliandoli costantemente e finendo così con l’incarnare l’idea kubrickiana dell’esercito come una macchina in cui coloro che vi sono entrati come esseri umani debbono essere trasformati in ingranaggi. Estremamente significativa in proposito la scena di apertura con la rasatura dei capelli.
Con una cesura netta troviamo poi Joker in Vietnam con la funzione di reporter per la rivista di propaganda dell’esercito “Star and Stripes”. Dal momento in cui raggiunge il fronte ad Hue Kubrick ci mostra come quel sadico addestramento finalizzato all’annullamento delle coscienze abbia prodotto dei soldati che vivono in una costante sensazione di smarrimento che tentano di esorcizzare con una corazza di cinismo destinata ad evidenziare profonde crepe. Joker si propone come l’emblema della contraddittorietà avendo un elmetto su cui ha scritto il motto “Born to Kill” e, al contempo, portando il pin di “Make Love not War”.