UN ALTRO FERRAGOSTO
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Sono passati quasi trent’anni da quando Sandro Molino e la sua famiglia sono approdati a Ventotene per trascorrere sull’isola le ferie d’agosto e sostenere i loro principi e stile di vita “di sinistra” contro l’arroganza da “nuovi barbari” Mazzalupi, i vicini freschi di vittoria berlusconiana. Il ritorno di entrambi i clan sull’isola è l’occasione per un nuovo confronto e per il ritrovamento di vecchi e nuovi personaggi: Sandro, ora in fin di vita, attaccato a ricordi che di molto lo precedono mentre fa pipì ovunque e non sa più come si chiama il mare; sua moglie Cecilia, che cerca ancora disperatamente l’attenzione del marito; Marisa e Luciana Mazzalupi, ora vedove, che si concentrano l’una sul nuovo compagno Pierluigi, sedicente imprenditore che ha promesso di portarla a Dubai, l’altra sulla figlia Agnese che è diventata l’influencer Sabbry e sta per sposarsi con Cesare, un arrivista con tatuata sul braccio la scritta “Memento audere sempre”.
Tornano sull’isola anche i figli di Cecilia: Martina con il piccolo Tito che pende dalle labbra di nonno Sandro, e Altiero, concepito proprio a Ventotene con Sandro di cui è diventato la nemesi, perché vive in America ed è diventato ricchissimo grazie ad un’app che oscura i dati sensibili di chi la usa.
Non mancano altri reduci della vacanza precedente: la coppia gay Betta e Graziella, il provolone alternativo Roberto, lo scanzonato Ivan, il figlio di Luciana Massimo (nella realtà figlio di Ennio Fantastichini) e il cinefilo Mauro, l’unico rimasto a Ventotene per quasi trent’anni.
Più che ripresi dal film precedente, questi personaggi sono riesumati, in un film che si confronta continuamente con il tema della morte: quella fisica di Ruggero e Marcello e dei loro indimenticabili interpreti Ennio Fantastichini e Piero Natoli; quella politica delle ideologie; e soprattutto quella semantica delle parole: perché in Un altro Ferragosto le parole sono importanti, tanto quelle rimosse, come “fascista”, quanto quelle che scivolano via dalla memoria di Sandro per fare posto ai ricordi, i neologismi inglesi che affollano i discorsi vuoti dell’entourage di Sabbry quanto i nomi dati ai figli per mantenere vivo il ricordo di una stagione tramontata, e infine la colata di veleno che uscirà dalla bocca di Daniela, ex moglie di Cesare, coro delfico che accompagna una varia umanità meritevole solo dell’estinzione.